Museo E Area Archeologica Di Monasterace

Museo e area archeologica di Monasterace: Orpheo fa rivivere l’antica Kaulon

Il museo e area archeologica di Monasterace, o meglio dell’antica Kaulon, si trovano a sud della penisola, in provincia di Reggio Calabria. La sede museale ospita un’incredibile e preziosa raccolta costituita da tutti i reperti tornati alla luce nel corso degli scavi che si sono succeduti nei decenni; dalle campagne archeologiche guidate da Paolo Orsi nel primo ‘900, fino a quelle inaugurate negli anni ’80 e ancora in corso. La città, di fondazione achea, ha offerto alla collezione permanente del museo dei capolavori unici che svelano la vita quotidiana dei suoi antichi abitanti. Tra i gioielli della collezione vi sono: il mosaico del drago (rinvenuto nella sala da pranzo di una delle case più lussuose di Kaulon) e le vasche appartenenti al complesso termale ancora visitabile nel sito archeologico.

mosaico del Drago - Kaulon
mosaico del Drago – Kaulon

Di particolare interesse sono poi i ritrovamenti subacquei: ancore, colonne ioniche del V secolo a. C. e reperti della necropoli, e ancora residui di scorie, utensili e altri strumenti in ferro che rappresentano l’unica testimonianza di una metallurgia greca in Calabria.

L’area di scavo visitabile del’antica Kaulon è davvero in prossimità del museo archeologico e si sviluppa non lontano dalla costa. Il parco archeologico abbraccia l’abitato, la zona sacra e le mura di cinta dell’antica polis che continua ad essere oggetto di studi da parte delle principali università italiane e del mondo. I siti di maggior interesse sono la casa del drago, il santuario del tempio dorico, le terme di Nannon e l’abitato di San Marco.

La Cooperativa Vivi Kaulon nasce dal desiderio di giovani locali di valorizzare e condividere l’inestimabile valore storico paesaggistico e culturale della propria terra. Per condividere questo patrimonio con i visitatori, Vivi Kaulon ha deciso di affidarsi alla professionalità di Orpheo che ha fornito le sue audioguide Mikro LX a museo e area archeologica di Monasterace, realizzandone anche i contenuti audio.

 

Cattolica Di Stilo

Cattolica di Stilo: Orpheo racconta “laura com’era”

Forse non tutti sanno che alle pendici del Monte Consolino, in provincia di Reggio Calabria, esiste un vero gioiello storico, artistico e religioso. La Cattolica di Stilo è un tempietto greco-bizantino arroccato sulle rocce del paese da cui prende il nome.

La storia di questo luogo ha origini che si perdono nel tempo: esso risale infatti al X secolo e vanta un primato unico. Infatti la Cattolica fu la prima e più importante parrocchia della Universitas di Stilo e tale rimase sino al 1600 circa. Fino alla prima metà del XX secolo, nella Cattolica era consuetudine festeggiare la ricorrenza della Festa dell’Assunta, mentre ultimamente qui si tengono riti in occasione di particolari ricorrenze come la Pasqua ortodossa, officiata dai monaci greci.

D’altronde furono proprio gli ordini bizantini che che portarono con sé, nel IX secolo, la cultura greca. Alla ricerca di eremi isolati, essi popolarono il sud Italia vivendo secondo la regola di Padre Basilio in villaggi di grotte che chiamarono laure e che tutt’oggi rievocano il legame spirituale tra quella terra e la loro presenza. Lo stesso termine “cattolica” deriva probabilmente dal greco “Katholikon” ed indica il luogo di culto di un complesso monastico o il centro di riferimento cultuale per gli eremiti che vivevano nella stessa area.

Il tempietto è quindi una delle testimonianze più importanti dell’influenza dell’arte orientale in Calabria. E non a caso la regione ha inoltre scelto questo luogo come proprio simbolo per l’ Expo 2015 di Milano, dimostrando quanto la chiesa sia rappresentativa del territorio.

Orpheo è presente all’interno di quest’antichissima Cattolica di Stilo con le audioguide Mikro LX, di cui ha realizzato anche i contenuti. La Cooperativa Sociale San Giorgio, che gestisce i servizi al pubblico, ha commissionato la creazione di un percorso che accompagna i visitatori  e racconta la speciale relazione del sud Italia con la cultura del Mediterraneo orientale; ma non quella dell’antica Grecia, quanto quella della lontana Costantinopoli.

 

 

La ricchezza espressiva, appartenente ad una tradizione architettonica tipicamente bizantina, la colloca a pieno titolo tra i più notevoli  monumenti calabresi.

Castello Svevo Di Cosenza

Il Castello Svevo di Cosenza spalanca i suoi portali e Orpheo vi guiderà

Il Castello Svevo di Cosenza sorge in cima ad uno dei sette colli su cui fu eretta la città calabrese; più precisamente sulla sommità del colle Pancrazio. L’orientamento del complesso rettangolare rimanda alla tradizione dei Bretii, un popolo del VI secolo a.C. che era solito edificare seguendo l’orientamento dei principali punti astronomici di riferimento. Non si ha la certezza che l’attuale castello sorga esattamente dove si trovava la rocca del popolo italico, infatti mancano fonti documentarie che confermino ufficialmente questa teoria. Tuttavia la fortezza si trova sul medesimo colle.

Il castello fu costruito nel 937 d.C., ma il capitano e califfo saraceno Saati Cayt vi rimise mano e non fu l’unico. La fortezza viene spesso definita normanna: il re Ruggiero II nel XII secolo lo modificò infatti in accordo allo stile dell’epoca. Lo stesso sovrano ne fece anche una Curia. Successivamente, nel 1184, un brutto terremoto danneggiò gravemente la struttura  e solamente con la reggenza illuminata di Federico II di Svevia il castello tornò a risplendere, sia assumendo una funzione difensiva che subendo un restyle architettonico che possiamo ammirare ancora oggi.  La centralità del Castello Svevo di Cosenza continuò durante il regno degli Angioini e nella prima metà del XV secolo, con Luigi III Duca di Calabria e Margherita di Savoia, divenne anche residenza principesca; in seguito la fortezza fu zecca, prigione e – dopo una breve parentesi spagnola che la fece di nuovo roccaforte militare – deposito di materiale.

Dopo secoli bui dovuti a ripetuti terremoti e crolli, con i Borbone vennero finanziati numerosi restauri e il castello tornò ad essere una prigione. Da quando l’edificio fu acquistato dal comune, nel 1885, un restauro vero e proprio è iniziato solamente nel 2008. Sono state finalmente riconosciute la grandezza e la storia di questa fortezza che oggi è possibile visitare.

Ma che gusto ci sarebbe a farlo senza un racconto coinvolgente e ricco di curiosità? Probabilmente nessuno, per questo il Castello Svevo di Cosenza si è affidato ad Orpheo che ha fornito audioguide Mikro LX per accompagnare i visitatori alla scoperta della rocca e ne ha realizzato contenti audio originali .

Castello Di Santa Severina

Castello di Santa Severina: il tour con Orpheo

Il Castello di Santa Severina, di origine normanna, rappresenta una delle fortezze militari meglio conservate del sud Italia. L’attuale struttura risalente al IX secolo fu eretta sullo scheletro di un precedente edificio di età bizantina, ma durante gli scavi è emerso come l’area fosse abitata già in età greca e corrisponderebbe all’acropoli dell’antica Siberene. Del passato bizantino sono superstiti una cappella affrescata e una necropoli del medesimo periodo.

Durante la recente campagna di scavo condotta dalla Soprintendenza archeologica tra il 2008 e il 2009 sono emersi importanti aree come l'”avamposto C” e la cosidetta “grotta del coniglio”. Inoltre è stato scoperto che alcune zone del complesso, oggi di difficile raggiungimento poiché a rischio crolli, furono adibite ad abitazioni in età antica.

Con il passare dei secoli e il succedersi delle famiglie regnanti, la roccaforte ha subito numerosi rimaneggiamenti e ha svolto diverse funzioni. La struttura è costituita da un mastio quadrato con torri cilindriche agli angoli cinte da altrettanti bastioni sporgenti. All’interno si possono invece ammirare bellissimi affreschi e stucchi di età barocca e le decorazioni settecentesche del pittore Francesco Giordano.

Oggi il Castello di Santa Severina ospita un ricco museo archeologico che non solo testimonia le campagne di scavo e restauro ad esso dedicate, ma raccoglie anche la memoria archeologica dell’intera zona circostante. Esso è inoltre sede del Centro Documentazione Studi di Castelli e Fortificazioni Calabresi e spazio in continua attività tra mostre d’arte, concerti ed altre manifestazioni artistiche.

La Cooperativa Aristippo si occupa da dieci anni della valorizzazione del patrimonio artistico, archeologico e storico di Santa Severina, curando i servizi di gestione e promozione museale della fortezza. Consapevole che per enfatizzare e raccontare un sito culturale non si possa fare a meno della tecnologia, la società ha deciso di affidarsi alla nostra professionalità per il servizio di audioguide, scegliendo le innovative Mikro LX. Non solo, Orpheo si è occupata anche della  realizzazione e della registrazione dei contenuti audio per rendere la visita del Castello di Santa Severa un’esperienza indimenticabile.